Canto XI Purgatorio
Siamo nella prima cornice, dove patiscono le anime dei superbi. La pena di queste anime è il camminare con un masso (più o meno pesante in proporzione alla pena) sulla cervice. Il contrappasso è chiaro, come in vita camminavano a testa alta e con atteggiamento superbo, ora camminano con il capo chinato.
V1 il canto si apre con il padre nostro. È il primo esempio di preghiera nel purgatorio, questo aspetto è legato anche al fatto che ilo purgatorio è lo “stadio” ultraterreno dove bisogna pregare per cercare di abbreviare la permanenza in questo luogo.
V3 “primi affetti” sono le cose che Dio ha creato per prime.
V4-5 “nome”, “valore” e “vapore” alludono alla trinità e corrispondono dunque a Dio, Cristo e Spirito Santo.
V8-9 è presenta la consapevolezza d quanto l’uomo sia limitato rispetto all’infinità di Dio, questo aspetto trapela con l’utilizzo marcato di pronomi personali.
V13 richiamo al celebre episodio biblico.
V14 “aspro diserto” corrisponde al deserto che attraversano gli ebrei nell’episodio biblico, metaforicamente rappresenta il deserto della vita dell’uomo.
V19 “legger s’adona” significa “si abbatte facilmente”.
V22 “ultima preghiera” è un espressione usata da Dante per porre l’accento sulla seconda parte della preghiera che riguarda i beni spirituali dei viventi.
V25 “ramogna”= augurio.
V27 Dante paragona il peso del masso che portano le anime all’angoscia derivante dagli incubi del sonno.
V30 “caligine” è la polvere che simboleggia il peccato dell’inferno.
V36 “stellate ruote”=cieli stellati= paradiso.
V37-45 Virgilio chiede alle anime dove si trova la via più agevole per salire alla seconda cornice.
V48-49 si sente una voce che risponde alla richiesta di Virgilio, ma Dante non comprende da dove provenga.
V58 “latino”= italiano.
V59 l’anima si presenta in modo “indiretto” affermando chi era suo padre e non dicendo il suo nome.
V65-66 le due espressioni su Sienesi e Campagnatico avvalorano le due versioni sulla sua morte. Non si sa infatti se (a seguito dei fatti che le vostre note sicuramente riporteranno) morì in battaglia Siena o un una imboscata a Campagnatico.
V67 l’anima si presenta, si chiama Umberto.
V73 Dante china il capo mentre ascolta la testimonianza di Umberto. Questo perché tutte le anime lì presenti sono in quella condizione -->Dante si “adatta”; è anche un evidente segno di compartecipazione emotiva per la pena delle anime.
Rimarcando la presenza del masso che grava sul collo delle anime si perde la percezione della incorporeità delle anime.
V79-80 Tra le altre anime lì presenti Dante scorge Oderisi di Gubbio, un famoso miniatore.
V82-84 l’anima afferma la sua identità ma ammette anche di non essere tanto grande come lo aveva appena descritto Dante. Ammette infatti la sua inferiorità rispetto a Franco Bolognese.
Da qui fino alla fine del canto viene ribadito il concetto della vanità delle cose terrene, gli uomini rincorrono tutto ciò che è destinato a svanire--> in un concetto di eternità la fama e la gloria non hanno alcuna importanza.
V91 evidenzia quanto è vana la gloria delle azioni umane.
V94-99 Dante rimarca con più esempi il concetto appena citato: Giotto che supera Cimabue e Cavalcanti che supera Guinizelli. Nell’ultimo esempio interessante è l’espressione “l’altro caccerà del nido”, è possibile che Dante faccia un riferimento a se stesso. Questo non è un atto di superbia da parte sua perché è consapevole della sua capacità letteraria ma anche della vanità della fama terrena.
V102 la fama è come un vento che cambia nome quando cambia luogo e direzione.
V103-108 Dante dice che indipendentemente se si muore giovane o vecchio la fama degli uomini è vana e rispetto alla eternità dello spazio e del mondo è come un battito di ciglia.
V110 l’anima presente davanti a Oderisi la conoscevano tutti quando era viva, ora invece lo conoscono solamente a Siena.
V118-120 Dante chiede a Oderisi chi è l’anima di cui parla.
V120 Oderisi risponde affermando che quella era l’anima di Provenzano Salvani, si trova qui perché fu così superbo da desiderare di possedere tutta Siena e i suoi territori.
Però Salvami è morto da troppo poco tempo e dunque Dante non capisce come sia possibile che sia già nel purgatorio.
V133-142 Oderisi rispose che Salvani è un “caso particolare”. Nel momento della sua massima superbia si recò a Piazza del Campo a Siena per chiedere l’elemosina utile a pagare l’alto riscatto utile a liberare un suo amico imprigionato, a suo parere ingiustamente, da Carlo D’Angiò. Questo fu dunque l’episodio celebre che gli permise di essere già nel purgatorio