Etica Nicomachea

03.04.2015 10:00

L'etica è la morale, quello che è giusto e quello che è sbagliato.

Scrive questo libro ispirandosi al padre. 

Aristotele fa parte del 300, quindi una visione elitaria dell'etica: pochi possono essere felici (quando in base alla nostra predisposizione giungiamo ad obiettivi corrispondenti alle nostre qualità). Crede che nel libero arbitrio ci sia un 50% di noi capace di scegliere il male e un 50% di scegliere il bene. Dio è estraneo alla nostra vita, la scegliamo noi, la guidiamo noi. In base alla nostra intelligenza, che si può misurare con dei test (oggi si intende capacità logica e rielaborazione, A. valuta invece la forza, la passione, la motivazione, l'ambizione...). E' meglio chi realizza i suoi progetti o chi è più tenace? A. allude alla seconda.

A. chiama sapienti coloro che perseguono dei fini (studiosi, non di soldi, fama o estetica). Distingue le virtù dianoetiche, di chi è intelligente, dalle virtù etiche, di chi è saggio. Prima i sapienti e i saggi erano considerati uguali. A. invece afferma che tutti possano essere saggi (coloro che in qualsiasi circostanza fanno la cosa giusta), poichè la saggezza è a portata di tutti, avendo tutti il libero arbitrio. I saggi sono sereni ma i sapienti sono felici!! I saggi seguono la morale del buon senso, evitando gli eccessi.

Ci sono 3 modelli di comportamento: presuntuoso (sbagliato), codardo (sbagliato) e corraggioso (corretto). In qualunque situazione c'è una scelta moralmente corretta.

Ma chi sono i sapienti? Coloro che hanno la capacità di creare, costruire (artigiani, artisti), hanno capacità intellettiva (tauma) che si realizza nell'attività professionale (senza pensare al guadagno).

A. non disdegna ricchezza e bellezza, al contrario di Platone.