Masaccio
Nasce nel 1401, anno del concorso per la porta. Muore prima della conclusione della porta!! Nasce a San Giovanni van d'Arno, non è fiorentino.
Diventa maestro prima di arrivare a Firenze. Intorno ai 15 anni si esauriva l'apprendistato e si poteva diventare teoricamente maestri. Non lo si faceva in pratica subito perchè avere una bottega costava molto. Quindi si difentava davvero maestri non prima dei 18.
Masaccio diventa maestro intorno ai 17 anni. Apre la sua bottega a SGVD. Gli arrivano delle novità che provengono da Firenze: le prospettive. Un certo signore Brunelleschi ha inventato un modo di rappresentazione dello spazio molto coerente e Masaccio siccome è una persona molto curiosa ma anche intelligente, dalle poche indicazioni che riesce ad avere ricostruisce come poteva essere la prospettiva e la applica subito nei suoi dipinti. Ma non ha mai visto le tavolette prospettiche del Brunelleschi! L'unico problema è che fa una prospettiva molto coerente dal punto di vista geometrico ma non dal punto di vista dell'osservazione. Fa una prospettiva un po' forzata, esagerata rispetto a quella che potrebbe essere l'osservazione. Nella prospettiva si disegna un rettangolo formato dalla linea di terra e la linea di orizzonte. La distanza tra le due è variabile. La linea di terra indica il piano orizzontale più basso, la linea di orizzonte indica l'altezza degli occhi. Masaccio fa una linea di orizzonte molto alta. Qualcosa non lo soddisfa, ha bisogno di capire meglio. Allora vuole andare a Firenze a conoscere Brunelleschi. Il problema è che gli artisti di Firenze costituiscono una setta, una corporazione in cui non è possibile entrare. Molto chiusa, non amano gli stranieri. Ritengono che ogni straniero che arrivi inquini la purezza dell'arte fiorentina e dall'altra parte sono gelosi di quello che sanno. Masaccio non può accedere a Firenze come maestro, nonostante lo sia già. Già nelle opere giovanili di Masaccio ci sono alcune caratteristiche che sono tipiche dell'opera di Masaccio: il giocare in modo dialettico tra tradizione e innovazione.
Se si guardano i dipinti di Masaccio del periodo giovanile ma quando era già maestro vediamo alcune caratteristiche che sembrano molto tradizionali: Masaccio usa ancora le tavole con la forma gotica (arco a sesto acuto, tavola ogivale), lo sfondo è d’oro zecchino (come veniva fatto nel 200-300), i temi sono tutti della tradizione pittorica fiorentina e toscana (solo nel Tributo c’è un’eccezione). Però ci sono delle novità:
- Masaccio unifica la provenienza della luce. Gli artisti dell’epoca non erano molto attenti sul fatto che la luce provenisse sempre dalla stessa direzione. Li fa con la stessa direzione e la stessa intensità.
- La sua concretezza che agisce anche sui soggetti. Ad esempio, c’è spesso la rappresentazione della Madonna col Bambino e il bambino tiene in mano un grappolo d’uva. Riferimenti alle parabole del vignaiolo, del vigneto, il sangue del Cristo. Il grappolo d’uva ha un valore simbolico. Masaccio spesso rappresenta il bambino con in mano il grappolo d’uva e magari ne ha uno in bocca. Umanizza così tanto i personaggi da superare l’astrattezza dei simboli e farli diventare elementi concreti.
- Adozione della prospettiva (con dei limiti). Per capire bene deve farsi amico Brunelleschi. Però il mondo fiorentino è chiuso. Allora Masaccio fa una cosa che quasi nessun’altro artista ha mai fatto. Licenzia tutti i suoi collaboratori, chiude la sua bottega e va a Firenze come collaboratore, rendendosi disponibile a collaborare con gli artisti fiorentini. Aiuta il maestro assumendo le caratteristiche del maestro, senza dimostrare personalità. Incontra un pittore molto diverso da lui, che ha di analogo con lui solo il nome. Masaccio (Tommasaccio), carattere scontroso, concreto, brutale, energico, forte, rozzo (così come nel carattere, anche nella pittura). L’altro è Masolino, elegante, raffinato, molto gentile, generoso. Probabilmente in quel momento si trovava senza collaboratori allora assume Masaccio. Masolino è un rappresentante del gotico internazionale, ha una tendenza legata a una pittura ancora cortigiana, tardo medioevale. E’ specializzato nella rappresentazione di madonne molto giovani, eleganti, raffinate. Si accorge delle caratteristiche di Masaccio ma allo stesso tempo vede in lui bravura, genio, capacità. Allora non lo obbliga ad essere esattamente come lui, ma vuole che si mostri nelle sue stesse personali qualità. C’è un dipinto realizzato da Ml con la collaborazione di Mc. Solo questo, poi la collaborazione si interrompe. Il dipinto si intitola Sant’Anna Metterza (nome contratto per dire “messa come terza”). Sant’Anna è la mamma della Madonna, ha avuto Maria in tarda età. Il marito di lei, Gioacchino, era stato cacciato dalla città perché non aveva avuto figli (indizio di maledizione, se una coppia non ha figli è maledetta). In un incontro dei due Anna rimane incinta e nasce Maria. Nasce però con una madre anziana, 40 anni circa. Normalmente il maestro realizzava l’immagine di Maria e del bambino, anche se ha un collaboratore. L’unica eccezione a questa situazione è il dipinto di SAM. Messa come terza = ha davanti Maria con in braccio il bambino. Ml sta perfettamente nell’ambito della tradizione, però si fa aiutare da Mc e fa realizzare la figura di Maria e del bambino a Mc. Ml si trova a dover dipingere una vecchia, non era abituato. La fa troppo vecchia, scurisce, la rende rugosa, non usa bene i colori come è normalmente capace. Si trova ad agire su figure che lui normalmente non rappresenta. Mc usa colori forti, c’è molto volume. Sant’Anna invece è schiacciata da un colore che Ml scurisce troppo. Ml cerca di dare volume con la posizione, se non con il colore. La rappresenta con un gesto che da dietro è quasi un gesto di protezione nei confronti di Maria e il bambino davanti. Ml sbaglia anatomicamente la posizione del braccio. Si risalta di più la bravura di Mc che di Ml. Si sono confrontati su un campo che Ml non amava, non frequentava. Però è una persona onesta e riconosce la bravura e la superiorità di Mc. Fa in modo di aiutarlo ad aprire una sua bottega a Firenze e lo aiuta anche ad avere dei clienti. Ml viene contattato da una delle famiglie più ricche di Firenze, di banchieri, i Brancacci. Vogliono che venga dipinta una cappella della chiesa della Madonna del Carmine, che è stata acquistata dalla famiglia. Ml si dichiara disposto ad affrescarla purché non venga realizzata solo da lui ma anche da Mc. Senza gelosie fanno l’uno un dipinto, e l’uno un altro. Così possono anche lavorare contemporaneamente. Troviamo dipinti di Ml, Mc e Filippino Lippi. Perché? Purtroppo la cappella Brancacci ha subito un incendio e alcune opere di Ml e Mc sono andate distrutte. Allora sono state integrate opere di FL. E’ un personaggio interessantissimo, figlio d’arte (Fra Filippo Lippi). Il padre era un frate e la madre era una suora!!