Federico degli Alberighi

01.05.2015 13:53

Uomo nobile d’animo. Monna Giovanna è una donna sposata e onesta. Ci riporta all’amor cortese, dove gli amori veri erano tutti adulterini, fuori dal matrimonio. Era un’eccezione che i due sposi si piacessero anche perché i matrimoni erano spesso stabiliti prima della nascita. Madonna Giovanna invece era una donna onesta. Monna Giovanna non chiede subito il falcone a Federigo perché è una donna educata.

E’ un amore che ha un lieto fine. Giovanna è un po’ l’immagine della matrona romana, quella vera, tradizionale. Ha tutte le virtù dell’amor fino. Federigo anche ci rimanda all’amor cortese, cominciando dalla sua liberalità, la sua predisposizione a spendere per tentare di attirare l’attenzione e piacere alla donna amata. Spendere tutto secondo il principio del servizio d’amore, pur sapendo di non ottenere nulla. Federigo la conosceva per fama e quello che sapeva gli era stato confermato. Non era necessario ridursi in quello stato. Lui invece non si arresta e continua a corteggiarla. Abbiamo un ritratto di Federigo buono, anche quando ci dice che cucina il falcone. Ma non c’è mai una critica da parte di Boccaccio. Lui lo celebra e celebra la liberalità come virtù, ma ne mette in evidenza l’espetto negativo che la cultura cortese ignorava, l’importanza del denaro. Un eccessiva liberalità porta all’autodistruzione.

Lezione di Boccaccio: ogni scelta che noi facciamo implica delle conseguenze. L’unica soluzione che ci presenta Boccaccio con questo esempio così duro, tragico.

Contrasto liberalità controlla la masserizia e viceversa. Contrasto con l’avidità. L’ideale è un cavaliere massaio che ha in sé tutti gli ideali dell’età cortese ma che sia anche massaio. Federigo rappresenta proprio questo.