LA CAMORRA

08.05.2016 18:07

CAMORRA — 2 principali definizioni: -organizzazione di uomini del popolo( corrotti e violenti)+organizzazione di uomini con scopo l’estorsione(pizzo) *

divisione in alta camorra e bassa camorra; quest’ultima universalmente accettata, e basata sui piccoli furti derivanti dalla povertà: 2 tipi di ladri— vigliacchi, temono la camorra, coraggiosi, provano subito a entrare nella camorra— diverse prove e anni per essere accettato. 

a. garzone di malavita—semplice servo per le mansioni altrui, se dimostrano di possedere arguzia e zelo, diventano

b. picciotto— rappresenta  l’inferiorità (età,compito,importanza); diviso in tre sotto categorie:

tamurro, appena accettato dal mondo della camorra per iniziare il noviziato

picciotto d’onore,1 anno di servizi pericolosi e spietati

picciotto di sgarro, entra formalmente nella setta, etimologia della parola “colpa,errore” attraverso un rito che vede la tirata.

c. camorrista—3 vie per raggiungere questo titolo, il più alto; 

via più breve: scontare una pena in carcere per aver ammazzato; entrerà attraverso una semplice formalità: la tirata ( o il recupero di una moneta sotto dei coltelli)

deve compiere un omicidio violento ( se ne ha gia compiuti alcuni); viene accettato attraverso un rito che vede il taglio della vena, rappresentante il giuramento mortale riguardo la setta; colpire il tavolo con un coltello e armare vivacemente la pistola, che rappresenta la ferocia e coraggio in ogni azione; avvicinare il bicchiere contenente veleno alla bocca, per mostrare la disponibilità, perfino a suicidarsi, a un solo ordine del capo; il capo ferma il gesto suicida del picciotto e avvicinandosi lo benedice con la mano mentre spara il colpo di arma, recupera il coltello e ne fa dono al picciotto, come segnale di benvenuto nella setta.

dopo molteplici anni di noviziato può chiedere la promozione, che viene discussa dai capi e accettata; dopo un breve giuramento il picciotto entra a far parte della setta

N.B: *tirata— combattimento che vede due contendenti che si sfidano a un duello al primo sangue

*pizzo— popolazione è passiva riguardante il gesto, viene elargito per qualunque opera a un camorrista che gira la città amato di bastone in caso di rivolta,e ha doppia funzione di vigile ed esattore, aiuta lo Stato a mantenere un cero ordine (vedi con le prigioni).

Dal mondo della camorra venivano automaticamente esclusi, quali non appartenenti a famiglie onorevoli(prostitute), che operavano mestieri disonorevoli, e famiglie affilate in qualche modo al mondo poliziesco-militare

 

COSTITUZIONE DELLA CAMORRA— organizzazione stabilita in tutto il regno delle ex-Sicilie; formato da tre classi generali: aristocrazia,borghesia,plebe. La plebe si divide in paranze, varie organizzazioni con diversi compiti in base ai loro lavori. Aristocrazia ha il compito di controllo delle prigioni e della setta in generale. La setta è divisa i vari gruppi che solo collegati solo dal punto di vista organizzativo non di potere( NON ESISTE UN SOLO CAPO).

Territorio diviso in centri (quartieri), ognuno diviso in paranze, ognuno sotto un capo (Masto), il quale organizza e controlla la setta con glia lari capi dei quartieri; votati dai camorristi in base al loro onore.; IL CAPO SUPREMO QUELLO DEL QUARTIERE DELLA VICARIA.

3 compiti principali per il Masto.

1. riunire i camorristi per certi eventi rilevanti o assemblee

2. per arbitrio incerte dispute tra due camorristi, se la sentenza non viene accettata si passa a una tirata, am di cassa, cioè con colpo al petto

3. funzione più importante, banchiere. Deve dividere  i soldi ricevuti tra i vari camorristi e calcolare una parte, la più grande per se stesso (parte del leone); Domenica, giorno prescelto dal Masto per dividerei soldi e parlare di veri affari con i suoi “sudditi”.

 

DIFFERENZE STATO-MAFIA— Il  rapporto Stato-sudditto e Camorra-camorrista e completamente diverso

1. in caso di morte del marito durante il lavoro: Stato, dona alla moglie un’assicurazione (associazione di mutuo soccorso); la mafia dona una pensione a vita in relazione all’importanza del marito.

2. ordine popolare: Stato non riesce a controllare il popolo con i suoi dipendenti; mafia attraverso la sua fitto rete di camorristi riesce a organizzare e controllare tutti i propri “sudditi”.

 

CAMORRA NELLE PRIGIONI—  (vd. Giuseppe Rizzotto e Getano Mosca I mafiusi de la Vicaria, scritto nel 1863)

 Prigione più importante a Napoli è quella della Vicaria, localizzata a casale Capuano.

camorra risiede e controlla la prigione, in ambito organizzativo e penale, è in grado di placare risse o atti di violenza con la sua politica di terrore. Controlla il mercato delle armi all’interno della prigione, e detiene il monopolio delle bevande alcoliche. controlla qualunque tipo di mercato nero e obbliga ogni tipo di detenuto a versare dei contributi alla Camorra (offerte per la madonna).

controllano la vita dei poveri, più ingenui. 

i profitti della camorra sono circa di 1200 lire a settimana da ogni prigione:

gioco d’azzardo+ mercato di alcol+soldi derivanti dalla promessa di protezione

anche la camorra ha delle leggi fondamentali in prigione, la più importante: governa il più forte.

Il capo-camorrista della prigione è più importante del vero direttore; gli stessi secondini chiedono auto ai principali camorristi per tenere l’ordine.

l’episodio in cui il camorrista, Diego Zezza prese con la forza un accrastatore, che aveva umiliato e ammazzato una guardia spagnola, e lo ridicolizzò davanti all’amante. Zezza era stato chiamato da un secondino che aveva paura di interrompere il bandito.

LA CAMORRA CONTROLLA LA PRIGIONE CON L’ASSENSO DELLO STATO. per questo motivo la camorra guadagna così tanto potere, nato dalla prigione.

La prigione diventa il centro organizzativo della camorra; la sicurezza è scarsa e i capi riescono a mantenere una fitta corrispondenza. (vd. pg.36-37).

 

 

CAMORRA IN PIAZZA: 1830 la Camorra si trasferisce dalle prigioni in piazza; camorristi escono di prigione (Maria Teresa D’Austria obbligava Re Ferdinando a scagionare i camorristi per il sovraffollamento di prigionieri e preferiva i prigionieri di Stato)  si trovano senza “lavoro”, sono ancora guidati dalle prigioni.

Camorra, letteralmente significava rubare attraverso l’intimidazione; a Napoli trova subito piede perché erano già presente la camorra libera (falsi mendicanti organizzati per le rapine). La Camorra non è solo un organizzazione ma prima di tutto un modo di pensare; si basa sul potere attraverso l’intimidazione. episodio della locandiera.

la camorra esisteva già non in strada ma nelle bische illegali: il camorrista da solo riusciva a controllare e impaurire tutti i componenti della bisca; molte volte il camorrista era ricercato come giudice, poiché lui stesso non tollerava i bari, LA POLIZIA APPOGGIAVA LA SETTA INIZIALMENTE; favoriva l’ordine nei luoghi più malfamati, la presenza di un picciotto terrorizzava l’intero quartiere.

accadevano spesso liti tra camorristi per chi avesse il compito di ricevere soldi in quella zona; passavano alla lotta: i soldati ignoravano tali duelli, dove uno dei due perdeva la vita.

La camorra si occupa delle dogane: prende dai passanti un 1/10; paga tranquilli  anche felici; sanno che con quel piccolo prezzo possono aver protezione e qualche volta aiuto.

controllo del lotto illegale: il lotto veniva amato dai napoletani,che  vedevano in esso l’illusione di una ricchezza impossibile: lo Stato guadagna attraverso il lotto; la camorra fa lo stesso ma in modo illegale; chiede meno soldi a colui che punta e quindi il povero preferisce il lotto della camorra al lotto legale; in media in una settimana l’incasso della camorra era di 800-900 franchi!

I Borboni inoltre aggiunsero i camorristi all’esercito; la camorra si infilò subito nell’ambito militare ma durò molto poco. Garibaldi riuscì con il suo esercito di “italiani” a unire l’esercito napoletano (guidato dalla camorra) con il resto dell’esercito italiano; attraverso la derisione il camorrista non riusciva a impor il suo regime che si basava sull’intimazione; ma non funzionava in un ambiente dove la mentalità è diversa.

 

ORIGINI DELLA CAMORRA:  vari tesi;

1. spiegazione etimologica— la parola sembra derivare da gamurra, abbigliamento utilizzato dai bravi spagnoli; la tesi sarebbe avvalorata dal fatto che invece la setta di origini sicula prende ancora il nome di bonachi, che viene dal loro abbigliamento, una bunaca. In Spagna difatti il termine buscar camorra significa creare una rissa o fomentare una discussione. A Siviglia ci sono lettere che ricordano un’organizzazione simile alla camorra ma che vede anche la partecipazione della polizia e del clero (vd pg 79), le parole ricordano esattamente la camorra odierna (del 1840) di Napoli. diversi caratteri in comune:

propria lingua e proprio codice

struttura di potere; fratelli minori(=picciotti), e fratelli maggiori(=camorristi) che hanno anche un soprannome e dividono gli incassi, elargiti da un capo distrettuale.

l’utilizzo dello sfregio a fine intimidatorio.

presenza di un funzionario della setta nelle case da gioco

sviluppata sull’intimidazione 

quindi si può affermare che l’avvento spagnolo ha portato nel regno campano, questa nuova idea di crimine organizzato; ma sicuramente ci devono essere di motivi sociali affinché la camorra ha trovato così largo consenso nella popolazione di allora.

 

RAGIONI SOCIALI DELLA CAMORRA: Prima colpa della diffusione della camorra: il popolo; che la subisce passivamente e la tollera.

L’arrivo di Garibaldi ha sicuramente influenzato il popolo, che da semplici uomini alfabeti si sono trasformati in cittadini che hanno cura della propria immagine e hanno un’opinione pubblica; dalla caduta di Murat fino a Garibaldi, Napoli era stato sottomesso da un regime terribile che ha distrutto e e avvilito ogni uomo, la paura.

dopo la restaurazione (1799) sotto i Borboni, il regno delle due Sicilia ha visto una caduta enorme; per quasi 60 anni è rimasto isolato dal resto dell’europa, viveva i isolamento soppressa da n regime il quale non favoriva l’apertura mentale e la circolazione di idee. ogni scienziato , ogni letterato per rimanere in contatto con il mondo, doveva trasferirsi o documentarsi in  modo  illecito, poichè  i Borboni evitavano qualunque contatto con il mondo europeo.

il popolo aveva paura della tirannia, ma temeva ancora di più la rivoluzione, l popolo era sottomesso da un regime di terrore: nella mente di tutti vigeva il 15/5/1848, quando la città fu rasa al suolo dai cannoni del re per opprimere un misero tentativi rivolta.

Gli stessi soldati del re fomentano l’attività criminale grazie a Ferdinando II; i soldati derubavano i forestieri e il re li proteggeva; un altro tipo di camorra.

Il sovrano vuole solo che il terrore sia l’elemento principale del popolo, solo così può governare senza la paura di un ribellione. Il clero aiuta il sovrano attraverso spettacoli sermoni che inneggiano la paura dell’inferno e il doloro eterno.

il popolo era distrutto dall’oppressione che esercitava lo Stato, e la camorra quindi riuscì a stabilirsi, la popolazione non poteva riunirsi per sconfiggerla poiché lo Stato vietava ogni riunione, e la parte del popolo ignorante non notava la differenza tra la camorra e il regime di terrore di Ferdinando II.

Ferdinando II— uomo salito al trono a 20 anni, na ha passati a governare trenta sotto paura, lui stesso aveva aura e in questo ambiente la mafia si diffonde facilmente; dove la polizia non vuole ordine a vuole solo evitare che nascano nuove rivoluzioni : la polizia lasciava operare la camorra, perché portava ordine e perseguiva gli scienziati e i letterati, perché con le loro idee portavano disordine. Molti capi della polizia erano camorristi o erano legati al mondo della camorra, Ferdinando II non vedeva nella camorra un pericolo, anzi li appoggiava e li lodava per il loro compito. La camorra si occupava d omicidi, se loro li omettevano venivano nascosti, ma se erano commessi da altri ci mettevano pochissimo tempo a trovare l’assassino. I camorristi erano preferiti alla stesa polizia per i furti, riuscivano molto meglio a trovare i colpevoli: il popolo si abitua: POLIZIA SI OCCUPA SOLO DI ORDINE POLITICO, LA CAMORRA DI ORDINE SOCIALE! fino al 1848 la camorra non fu mai frenata, poiché non si occupava di politica.

 

LA CAMORRA POLITICA:  Anni vicini al 1848,il sovrano nota già le varie discordie che sono presenti nel paese; si affida ai camorristi, i quali hanno il compito di sedare certe rivolte e allo stesso tempo di guidare la folla verso una direzione politica rispetto a un’altra, grazie alla loro influenza: la camorra, guidata dalle autorità statali, entra in politica. dopo le rivoluzioni e la morte del sovrano si arriva al 1860; Francesco II redige una nuova costituzione che non viene accettata dal popolo e nel frattempo per vari disordini politici, le prigioni vengono aperte da dove escono camorristi e rivoluzionari. la situazione è grave: il popolo rivoluzionario aspettava un nuovo 15 maggio, e preparava il saccheggio, l’esercito era pronto a far fuoco sul popolo stesso, la camorra prediligeva verso i liberali e si opponeva al regime; il prefetto di polizia, Ciborio Romano, prende una decisione importantissima: si affida alla camorra.

Liberio vedeva nella camorra una possibile alleata; vedeva una squadra formata da piccioti e Masti che guidavano la polizia locale; per i primi mesi questa coalizione polizia-camorra funzionava. il nuovo corpo di polizia lavorava onestamente e durante il loro controllo Napoli non fu mai così tranquilla, neanche un piccolo omicidio: la loro divisa si basava su una coccarda e un bastone. 

L’efficenza della nova polizia si vide nel 1861, quando re Francesco II abbandona l’isola e giunge Garibaldi; grazie ai camorristi l’abbandonò non provocò rivoluzioni e l’arrivo di Garibaldi non trovò nessun tipo di opposizione.

Ma la rivoluzione morale auspicata da Romano avviene per metà: i camorristi tornano alle loro origini, ma rimanendo poliziotti; continuano a operare all’antica maniera, ma rimanendo poliziotti.

con l’arrivo di Garibaldi la camorra si diede al contrabbando: via terra, Salvatore De Crescenzo, via mare, Pasquale Merolle.

continuano durante il periodo di Garibaldi ad esigere soldi alla dogana; a colui che porta non cambia in termini economici, ma paga alla camorra per non incorrere in pene fisiche.

Dicembre 1860— lo Stato si accorge della presenza della camorra alle dogane= 100 camorristi arrestati in una notte.

iniziano a voler governare lo Stato; si infiltrano nelle lezioni della Camera con i propri candidati. è troppo facile, erano dei poliziotti all’interno del stato e da lì a diventare governatori del Stato era troppo facile.

 Si occupava anche di denunziare i favorevoli al regime durante la Rivoluzione, così da obbligarli di pagare un camorrista, il quale voleva anch’esso dei soldi per non spifferare la notizia.

 

sotto Ferdinando II essa avea fatto la polizia occulta

sotto Francesco II appartenne alla cospirazione liberale 

sotto la Rivoluzione fu la polizia officiale

sotto Vittorio Emanuele entrò nell’opposizione e si dichiarò per il disordine

è questa la sua vera opinione sotto tutti i governi

(Marco Monnier- 1862)

 

 

PRIME MOSSE DI REPRESSIONE:  commendatore Silvio Spaventa— primo che iniziò una violenta lotta con la camorra; in un solo mese più di duecento arresti e mandati nelle “isole”; la guardia civile, formata da camorristi, sostituita da una Guardia Nazionale. l’arresto di pochi camorristi, non poteva togliere la camorra dai napoletani, sono costumi radicati ormai. L’arresto dei camorristi non portò che la loro evasione e di conseguenza l’odio della setta nei confronti di Spaventa. I camorristi spinsero in strada vagabondi che iniziarono a urlare cori di morte contro il commendatore.

Settembre 1862— assedio nelle città napoletane; la camorra ha ormai raggiunto un potere enorme a Napoli, compie atti di brigantaggio da dentro la città (rapine a mano armata, violazioni di domicilio…); non possono essere incastrati poiché coloro che li dovrebbero denunciare sono intimoriti dalla potenza della setta; ormai l’intimidazione ha raggiunto tutti anche i ricchi non solo i poveri.

Questore Aveta sotto l’esempio del  generale La Marmora nella sua caccia ai briganti iniziò a sfruttare lo stato di assedio per dare un colpo mortale alla camorra; con i signora Iossa e Capuano, due prigionieri durante i Borboni alla Vicaria e quindi conoscitori del mondo camorrista, iniziarono a dare la caccia a tutti i peggiori camorristi.

Secondo lui bisogna attuare certe modifiche ai detenuti: (vd pg 128)

le carceri devono essere in post molto lontani dalle città, circa in Sardegna, affinché i camorristi non riescano a riformare la setta, cosa che accadeva nelle prigioni locali, pochi la nuova gente sarebbe subito pronta a respingerli (come accade a tempi quando la camorra provò a infilarsi nell’esercito).

bisogna assicurare che per nessun motivo essi possano uscire dalle prigioni; così i debitori non paghino alle mogli per la paura del ritorno del marito

togliere qualunque contatto tra i prigionieri e gente esterna; bisogna evitare che il camorrista possa controllare la situazione anche rimanendo in prigione

le intenzioni erano buone, ma lo Stato si oppose di utilizzare il territorio sardo come prigione, allo stesso tempo lo Stato non riuscì a concludere le trattative con il Portogallo riguardo l’utilizzo del territorio Australiano. quindi furono dispersi nelle varie prigioni del regno. Le nuove misure di sicurezze attuate da Aveta, portarono una diminuzione di circa i 2/3 di omicidii e crimini.

la perseveranza e la diligenza potranno essere l’unica guida per questa battaglia contro la camorra (LEGGI LE DUE PAGINE FINALI,pg 134-136)