Umanesimo
3 corone del 300: Dante, Petrarca, Boccaccio.
La terminologia non è mai casuale, quindi se noi parliamo di umanesimo è evidente che il fulcro di questo periodo è l’uomo. Non perché l’uomo prima non esistesse, ma ora acquisisce una centralità che prima non aveva. Visione antropocentrica.
E’ chiaro che per motivi di utilitarismo, bisogna stabilire dei paletti per facilitare lo studio. E’ chiaro che non è che c’è un giorno in cui finisce quello che c’era prima e comincia l’Umanesimo. Ci sono delle anticipazioni già prima che si parli di una nuova corrente, di un nuovo momento storico ecc. che poi svilupperà mantenendo alcune cose che c’erano prima. Non è che una cosa scompare completamente e come un fungo nasce qualcosa di nuovo. Questo per dire che già parlando di Pet e Boc abbiamo parlato di aspetto preumanistici. Non sono autori umanistici ma abbiamo visto degli elementi che ora verranno sviluppati. L’umanesimo comincia verso la fine del 14esimo secolo e caratterizza il 1400. Dopo parleremo di Rinascimento dal 500 in poi. Poi la fase discendente del Rinascimento che sarà Barocco, Manierismo e poi Illuminismo.
L’emblema dell’umanesimo è l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci. Perché è una figura umana (disegno di natura scientifica) dove l’uomo è perfettamente in mezzo a un cerchio e a un quadrato. Il corpo diventa unità di misura per la progettazione architettonica. I centri coincidono con l’ombelico e con i genitali. Questo non è casuale perché sono rispettivamente centri di potenza. Questa perfezione geometrica diventa perfezione del corpo umano. Al di là di un discorso tecnico è diventato il simbolo dell’U perché l’uomo è al centro del mondo. Prima al centro c’era Dio.
In Boccaccio c’era una visiona antropocentrica maggiore di Petrarca ma non era ancora svincolato da Dio. Boccaccio certo ci introduce benissimo nell’U.
Non è che Dio scompare!! Non scomparirà mai fino al 900!! Non si elimina Dio però l’attenzione passa sulle capacità dell’uomo. Questo era occasionale in Boccaccio, e poi diventa normale nell’U. E’ qui che si conia la frase “Homo faber sua cuisquae fortunae” = l’uomo è artefice del proprio destino.
In qualche modo lo era anche prima. In parte l’uomo è artefice del suo destino già solo avendo il libero arbitrio. E’ però una scelta limitata, posso solo scegliere tra 2 cose. La scelta ora si amplia, si completa. C’è una riflessione sull’uomo, sulla sua presenza sulla terra (per quanto di passaggio). Ci si focalizza sul periodo che l’uomo passa sulla terra, ciò che può fare mentre vive. Si comincia a guardare all’uomo in modo più moderno e si medita sul mondo, su tante cose. Non è ininfluente ciò che accade nella realtà: nel corso del 1400 una delle tante caratteristiche del periodo saranno i viaggi esplorativi che culmineranno con la scoperta dell’America. Non è una cosa eccezionale solo perché si scopre che esista un’altra terra, ha delle implicazione ben più grandi, ben più profonde. Intanto, la terra è rotonda, che non è una cosa da poco! Queste famose colonne d’Ercole che ti dovrebbero buttare nel vuoto non esistono! Quindi vengono meno le certezze che mai si sarebbe pensato sarebbero potute crollare. Noi siamo intellettualmente e mentalmente più pronti ad accettare e affrontare delle cose sconvolgenti. Il secolo successivo, quando Galilei dimostrerà che oltre alla terra rotonda e non piatta la terra non sta al centro dell’universo. Cadono tutte le certezze su cui l’uomo aveva vissuto fino a quel momento. Il concetto di centralità, nato da un’impostazione religiosa cristiana, si sgretola. Le crisi personali degli individui nascono da grandi crisi teologiche.
L’u ha una caratteristica fondamentale: la riscoperta dei classici. Anche Petrarca lo incarnava. E’ proprio il perno dell’U. E agli Umanisti si deve la definizione di Medioevo = un’età che sta in mezzo all’età classica e ad un epoca di rinascita che è il periodo dopo. Il Medioevo non ha un’accezione negativa come invece quella che si considerava noi che arriva fino alla scoperta dell’America, considerato un periodo buio, scuro dove non è successo niente di significativo.
Conquiste di una portata incredibilmente grande, nuovo senso della storia che parte dell’esame dei classici, la nascita della filologia, la nascita della dignità dell’uomo (Pico della Mirandola), in campo artistico la nascita della prospettiva, ci azzecca perché lo spazio acquisisce forme e profondità profondamente diverse rispetto a quelle utilizzate fino a quel momento.